Lo stand di Haier è uno dei più interessanti all’IFA di Berlino. Con i suoi marchi Haier, Candy e Hoover, il Gruppo ha dispiegato tutte le sue novità per raccontare il prossimo futuro della smart home. Così come abbiamo spieggato in questo articolo. E l’essenza del lavoro teconogico su lavatrici, frigoriferi, forni, lavastoviglie e quant’altro ci viene ora spiegato da Gianpiero Morbello, Head of Brand&IoT di Haier Europe. Che ci parla di rivoluzione, soprattutto in relazione al nuovo servizio Washpass. Che fa diventare la lavatrice un nuovo concetto di utilizzo domestico.

haier morbelloWashpass e non solo: intervista a Gianpiero Morbello (Haier)

Partiamo dal concetto di connessione degli elettrodomestici: le case italiane sono pronte a questo?
“Ci stiamo arrivando. La smart home è sempre stata intesa come un po’ complicata, come se si dovesse essere molto competenti per utilizzarla. Noi abbiamo semplificato molto e semplificare aiuta. Però il consumatore deve anche riconoscere il vero valore di quello gli viene offerto”.

Una questione di comunicazione.
“Anche. Ma pure di strategia. Noi da sempre facciamo elettrodomestici connessi e sempre più persone cominciano a entrare in questo nuovo mondo. Ma, diciamo così, siamo ancora un po’ lontani dal 100 per 100. Però chi comincia a usare un prodotto smart non lo lascia più, l’importante è fare conoscere tutte le opportunità che trova”.

Per esempio?
“Potrei dire snap e wash, fai la foto all’indumento per avere il consiglio sul lavaggio giusto. Oppure le statistiche o la registrazione dell’etichetta. Quello che serve ora è dare una spinta a queste funzioni che già esistono”.

Poi c’è il discorso della crisi energetica.
“Anche in questo caso bisogna lavorare sulle esigenze del consumatore. Gli elettrodomestici rappresentano il 50/60 per cento dei consumi di casa. E Haier per esempio comincia a fare accordi con le utilities per accedere alle loro smart grid, le reti che combinano informazioni tecnologiche e energia. Questo sarà qualcosa che farà crescere l’utilizzo degli elettrodomestici moderni”.

Ma la gente intanto non ha ancora capito le nuove classificazioni energetiche.
“Vero. Dovrebbero essere per prime le associazioni a muoversi, visto che poi sono composte dalle aziende che cendono i prodotti. Noi abbiamo messo tante classe A di lavatrici fin da subito, mentre sui frigoriferi è più difficile e i tecnici stanno lavorando. Sarà l’utilizzo dell’IoT ad aiutare a gestire i consumi durante la giornata. Ma anche la consapevolezza che bisogna cambiare abitudini”.

Tipo?
“Non è più solo il freddo ormai a preservare gli alimenti. E il congelatore a -18 gradi, funziona peggio che a -15. La gente dovrebbe essere più educata a questo perché poi spende volentieri. Il costo di un elettrodomestico ha un ingresso molto basso. E se sei disposto a investire 30 euro al mese per uno smartphone, puoi anche decidere di spenderne 50 l’anno su qualcosa che cambia la tua vita. In meglio”.

E quindi: come convincere un utente?
“Semplicemente informandolo che se uno dovesse cambiare la lavatrice per passare dalla classe B a quella A con smart grid, si ripagherebbe l’investimento in due anni e mezzo. Sarebbe quasi stupido non farlo, avendo un prodotto più moderno che lava meglio, consuma meno e quindi è più sostenibile oltre che economico”.

Non sempre capita, soprattutto nei punti vendita.
“Tutti si riconduce a quanto noi saremo in grado di semplificare la comunicazione del valore per renderla più interessante. Non c’è grande cultura in questo nella nostra industria. E infatti quelle che hanno più successo arrivano dal mondo consumer electronics. Dove alle persone vengono dati i particolari che a loro servono”.

Un esempio?
“Se devo fare un nome, dico Dyson. Sanno comunicare, sono diventati ispirazionali, e possono convincere la gente che è giusto comprare un phon da 400 euro in su. Dato per scontato che bisogna avere prodotti di livello, è questione di idea e velocità di esecuzione. Sarà sempre più così”.

Voi avete tre brand che coprono tutte le esigenze.
“Riconosciamo che i consumatori non sono uguali, e diamo loro un valore a seconda delle esigenze di portafoglio. E non solo quelle. Fino a un po’ di tempo fa le lavatrici erano tutte bianche, perché si presupponeva che stessero solo in bagno. E poi che le usassero solo le donne, salvo poi vedere uomini incuriositi sull’uso delle app quando le abbiamo lanciate. Così adesso ci sono di tutti i colori e senza distinzioni di genere”.

E adesso Haier propone Washpass.
“Washpass è rivoluzionario: basto dire che opera con la chimica disaggregata. Insieme a Nuncas vengono forniti quattro liquidi che di solito ci sono in una confezione unica. Ma in quel caso a volte li enzimi si annullano tra di loro. Questo tipo di chimica porta una performance maggiore del 70%: magari non lo vedi, ma poi te ne rendi conto nei consumi e nel lavare meglio. Abbassando per esempio la temperatura dell’acqua ottenendo lo stesso risultato di prima. E poi c’è l’altro aspetto straordinario”.

Ovvero?
“Tutto questo è un servizio in sottoscrizione: non compri la macchina, non è neppure un noleggio. Ma è un renting di una lavatrice di cui l’utente non si dovrà mai preoccupare. Se si rompe la ripariamo, quando sta finendo il detersivo arriva la nuova cartuccia in automatico. Un servizio tutto compreso. Ha tariffe fisse, ma potremmo fare addirittura pay per use volendo”.

Questo è il futuro?
“Io penso che tra 5 anni le lavatrici saranno tutte così. Se si vede il montante spesa nel ciclo di vita, mediamente 500 euro sono per la macchina e 5000 per i detersivi in un ciclo di vita. Questa novità stravolge i parametri dei consumatori. Non devi fare nulla e hai il funzionamento che ti serve. Tra l’altro con in futuro la possibilità di avere l’analisi predittiva che ci fa intervenire in automatico se si viene rilevato un problema. Liberiamo l’utente dallo stress e dalle bottigliette negli armadi”.

Costi per benefici, dunque.
“Sì. Ed anche vantaggi nel quotidiano, ecosostenibilità e anche appagamento. Questo è quanto raccontiamo dei nostri prodotti e delle nostre idee, e lo faremo sempre di più. Perché poi in questo mercato vince chi sa comuncare tutto questo al meglio. E magari riesce venderti un phon a 800 euro…”.

Quanto costa Washpass di Haier

Il servizio Washpass di Haier debutterà in Italia il 30 settembre. All’atto della sottoscrizione viene chiesto un importo di 150 euro per avere la macchina in casa, dotata di serbatoi speciali con i 4 detergenti Nuncas. Le quote mensili, per una durata di almeno tre anni di contratto, sono queste:

  • 18 euro per 100 lavaggi
  • 24 euro per 240 lavaggi
  • 28 euro per 340 lavaggi

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