Chi avrebbe mai pensato che un giorno Bing avrebbe potuto diventare più popolare di Google? Probabilmente nessuno, ma dei recenti avvenimenti potrebbero suggerire tale imprevedibile situazione.

Ne abbiamo già parlato: ultimamente sia Google che Microsoft si stanno preparando a integrare l’intelligenza artificiale nei motori di ricerca. Quella di Google si chiama Bard e quella di Microsoft (e OpenAi) si chiama GPT, ma la sostanza è la stessa: sono tecnologie in grado di rispondere a tutte le vostre domande e anche di fare conversazione a livello umano.

Il primo passo lo ha fatto Microsoft, che in una presentazione a sorpresa avvenuta il 6 febbraio ha mostrato tutto ciò di cui l’IA sarà capace: rispondere a domande, riassumere contenuti, preparare vacanze, e tanto altro ancora. Il riscontro è stato subito estremamente positivo, e in molti erano curiosi di come Google avrebbe risposto.

Il 7 febbraio, il giorno dopo, Google ha mostrato Bard, la sua versione dell’intelligenza artificiale. Cosa può fare? Le stesse cose di GPT, sostanzialmente: le due enormi case sembravano quindi essere entrata in una competizione piuttosto alla pari.

E allora come mai le azioni di Google sono calate vertiginosamente in borsa? La risposta è piuttosto curiosa. Infatti, nel video promozionale di Bard, all’intelligenza artificiale viene fatta la domanda: “Quali scoperte del James Webb Space Telescope potrei raccontare a mio figlio di 9 anni?” alla quale risponde con “Il JWST ha scattato la prima fotografia di un pianeta al di fuori del sistema solare”. Peccato che la risposta sia errata, perché la prima foto di questo tipo risale al 2004.

Apparentemente non sembra questo grande problema: alla fine Bard è un sistema ancora in lavorazione, e sta venendo testato prima di essere lanciato ufficialmente. Per di più raccoglie la sua conoscenza da Internet che, come ben si sa, non è sempre affidabile. Questo però non ha comunque impressionato particolarmente gli azionisti, facendo perdere a Google la bellezza di 100 miliardi di dollari. Sarà quindi Bing a vincere la guerra dell’IA? Lo vedremo una volta che la funzione sarà resa pubblica.

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