Oggi le stampanti sono dei dispositivi estremamente diffusi, sia nei contesti lavorativi che in quelli domestici, di conseguenza sono altrettanto diffusi i relativi consumabili contenenti l’inchiostro.

Quello che viene utilizzato nelle stampanti deve ovviamente essere un inchiostro ad hoc, che presenti delle caratteristiche specifiche per questo tipo di utilizzo, di conseguenza è molto interessante chiedersi quale sia la sua composizione.

In quest’articolo cercheremo di fare il punto su quest’aspetto, ma prima è opportuno specificare alcuni aspetti.

La differenza tra stampanti inkjet e stampanti laser

Non tutte le stampanti sono uguali a livello funzionale, e da questo punto di vista è possibile distinguere due principali categorie: quella delle stampanti inkjet, chiamate anche stampanti a getto d’inchiostro, e quella delle stampanti laser.

Il loro funzionamento è completamente differente: le stampanti inkjet prevedono che l’inchiostro contenuto in apposite cartucce venga spruzzato sul foglio dagli ugelli di un’apposita testina, senza che vi sia alcun contatto, mentre nei modelli laser la realizzazione della stampa avviene tramite il contatto diretto tra il foglio ed un tamburo riscaldato elettricamente, utilizzando piccole particelle di inchiostro chiamate toner.

In quest’articolo vogliamo soffermarci sulle stampanti più diffuse, ovvero quelle rientranti nella categoria inkjet; le caratteristiche degli inchiostri utilizzati nelle relative cartucce, è utile sottolinearlo, sono le medesime sia nelle cartucce originali che nelle cartucce compatibili, prodotti ormai diffusissimi e ampiamente trattati da noti e-commerce del settore come Cartucce.com, assai apprezzati per il fatto di essere più economici pur garantendo una qualità di stampa soddisfacente.

I principali elementi che compongono questi inchiostri

Premesso che, ovviamente, le composizioni degli inchiostri per stampanti inkjet possono variare da produttore a produttore, vi sono degli elementi che ricorrono pressoché in tutti i casi avendo delle funzioni di particolare rilevanza.

Anzitutto, gli inchiostri delle stampanti inkjet sono composti da acqua, un’acqua con caratteristiche specifiche, essendo opportunamente demineralizzata e trattata, che funge da solvente.

Molto importante è anche la presenza di alcol e glicoli, i quali agevolano il flusso dell’inchiostro all’interno della testina e dei relativi ugelli, lo stesso vale per varie tipologie di sostanze regolanti, le quali scongiurano le sbavature e rendono più rapidi i tempi di asciugatura a stampa eseguita.

A varie sostanze umettanti è dato invece il compito di ridurre l’evaporazione, mentre quelle fissanti sono utili per fare in modo che l’inchiostro si saldi bene al foglio senza imperfezioni.

Ulteriori elementi molto frequenti nella composizione degli inchiostri per stampanti inkjet sono le resine, le quali influiscono positivamente sulla qualità della stampa sia in termini di estetica che di durevolezza, non mancano neppure sostanze regolative del pH dell’inchiostro, utili per evitare che esso usuri anzitempo le componenti della periferica.

Le alternative relative agli elementi coloranti

Per quanto riguarda le sostanze coloranti, che hanno ovviamente una grandissima importanza, è necessario fare un distinguo: da questo punto di vista, infatti, gli inchiostri possono far ricorso a due diverse tipologie di sostanze, ovvero i pigmenti o i coloranti in senso stretto.

La differenza è nel fatto che i pigmenti conferiscono colore per sovrapposizione, ovvero andando a coprire la superficie della carta, mentre negli inchiostri cosiddetti “dye based”, ovvero quelli a base di coloranti, quest’ultimi impregnano il foglio dall’interno.

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