L’ultima edizione del Retail Sustainability Report ha messo in luce la crescita della sensibilità nei confronti della sostenibilità ambientale: E quanto essa sia diventata un fattore prioritario nelle scelte di consumo. Secondo la ricerca, il 51% dei consumatori si è detto consapevole degli aspetti “green” prima di effettuare un acquisto. E due terzi degli intervistati nella fascia 16-24 anni hanno affermato che non completerebbero un acquisto in caso di implicazioni di carattere etico e ambientale. Insomma, eccome allora deve essere un negozio online sostenibile.

negozio online sostenibileCome scoprire se è un negozio online è davvero sostenibile

Andrea Boscaro, formatore e partner della società The Vortex, nonché esperto di temi digitali, ha approntato un decalogo per scoprire se un negozio online sia davvero sostenibile. “Se il mondo del retail, in generale, sta confrontandosi con le sfide legate alla sostenibilità – afferma -, anche gli operatori dell’e-commerce hanno la possibilità di intercettare questa nuova sensibilità. Adeguando prima di tutto i propri processi e comunicandoli in modo credibile ed efficace.

Nuove buone pratiche stanno di conseguenza emergendo per affrontare gli aspetti critici della sostenibilità ambientale del commercio elettronico. La crescente consapevolezza dei consumatori costituisce il migliore fattore di competizione al rialzo” in grado di favorire elementi di innovazione nel mercato”

Le dieci regole di un e-commerce attento all’ambiente

Ecco alcuni accorgimenti suggeriti da Boscaro:

  1. l’impegno verso l’ambiente è stato comunicato efficacemente in un’area dedicata del sito. E sono stati indicati con precisione gli ambiti, i risultati conseguiti e gli obiettivi di tale impegno;
  2. il modello di vendita online è innovativo. Con, ad esempio, la possibilità di acquistare prodotti fallati, ricondizionati o scegliendo modalità di abbonamento. Così da migliorare lo smaltimento dell’usato;
  3. nelle schede prodotto sono evidenziati valori utili a comprendere la bontà della scelta.  Ad esempio, nel caso di prodotti ricondizionati, si indica la minor impronta carbonica rappresentata dal più lungo ciclo di vita di tale prodotto;
  4. Il venditore ha fatto scelte formali quali la trasformazione in “società benefit”;
  5. il consumatore può scegliere formule di consegna “senza fretta”. Che, se selezionate, vengono in qualche modo premiate e ha a disposizione per il ritiro del bene punti vendita fisici o lockers;
  6. è presente la comunicazione di fattori. Quali il possibile riutilizzo delle confezioni, l’assenza di plastica negli imballaggi e l’impiego di confezioni di dimensioni adeguate al bene contenuto;
  7. è segnalato l’impiego dell’etichettatura ambientale. Volta a facilitare lo smaltimento corretto dei rifiuti;
  8. sono presenti elementi utili a comprendere le scelte fatte sul piano dei fornitori coinvolti. Nonché della loro appartenenza al territorio, del loro rispetto delle condizioni di lavoro del personale;
  9. sui profili si sono messe in evidenza le scelte legate alla sostenibilità. E soprattutto la buona reputazione del venditore è confermata delle recensioni ricevute;
  10. le politiche legate ai resi sono state impostate per scoraggiare resi gratuiti. Più in generale, sono  comunicate con trasparenza le scelte di gestione dei resi, dei guasti, dell’invenduto.

L’articolo Le 10 regole di un negozio online sostenibile proviene da Tra me & Tech.