Che aspetto può avere l’intelligenza artificiale? Qualcuno prova a darle un volto, come gli U2 che in questi giorni hanno dato a un robot umanoide chiamato Aura il compito di ricevere i fan alla serie di concerti a Las Vegas. Altri l’hanno trasformata nella voce che ascoltiamo quando un chatbot conversa con noi. Eppure, forse, la maniera più semplice è immaginarla, e questo a Jonathan Ive è sempre venuto bene. Per questa sta lavorando a dare un “volto” a ChatGPT.

Jonathan Ive e ChatGPTChatGPT e il design di Jony Ive

Il Financial Time ha rivelato qualche settimana fa che Sir Jony, l’uomo che ha inventato il design dell’iPhone e che sussurra il futuro ai potenti (recentemente è stato a corte da Re Carlo III per disegnare il sigillo Terra Carta, che viene assegnato alle aziende che si impegnano a intraprendere azioni significative per ridurre le emissioni di CO2 nel prossimo decennio), sta lavorando con il creatore di ChatGPT. L’obbiettivo è trasformare il cervello (quasi) onnisciente che dà risposte su tutto in pochi millisecondi in un dispositivo. Come fece appunto quando Steve Jobs voleva trasformare il desiderio in un prodotto di massa, riuscendoci grazie all’uomo che pensava i modelli di Apple.

A Cupertino, dove lavorava come Chief Design Officer, Ive non c’è più dal 2019: dopo anni a rincorrere il business degli smartphone – arrivato ormai a un limite certificato dai numeri in caloha lasciato per fondare il suo Studio a San Francisco. Senza smettere di immaginare, perché «se state veramente innovando, non dovete avere un prototipo a cui fare riferimento» – ha sempre detto lui – e dunque ecco perché guardare sempre più avanti.

La relazione con Sam Altman

Da questo arriva allora la relazione con Sam Altman, il fondatore di OpenAI, che avrebbe chiamato Jony a lavorare su un “hardware AI”. Ovvero a immaginare un oggetto che potrebbe contenere tutta la potenza dell’intelligenza artificiale per metterlo in tasca a miliardi di persone. In ballo, per cominciare, c’è un finanziamento di 1 miliardi di dollari che Altman sta cercando di raccogliere attraverso SoftBank, e i due si conoscono da tempo: sono entrambi nel fondo di venture statunitense Churchill Capital e hanno partecipato al progetto da 500 miliardi di dollari della megalopoli Neom da costruire in Arabia Saudita. Fino a quando l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi nel 2018 li ha convinti a desistere.

Quanto Sir Jony possa avere un ruolo nei nostri prossimi anni, lo dimostra il fatto che uno dei suoi uomini alla Apple, Thomas Meyerhoffer, sia il progettista di Orb, il dispositivo di scansionamento dell’iride prodotto da Worldcoin. E quindi insomma è possibile che anche il nuovo gadget pensato dal papà dell’iPhone possa vedere presto la luce. Per diventare forse la «next big thing», la prossima grande cosa che piaceva tanto a Steve Jobse la tecnologia sta disperatamente cercando.

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