Un giro in MotoGp fa scoprire come sia possibile mettere insieme un “circo”, per certi versi, ancora pane e salame, con un mondo avanzato di tecnologia. L’occasione, a Misano, è stata la visita alle strutture del team Ducati Lenovo, nel cui motorhome la parte culinaria si trasforma in made in Italy da complimenti allo chef: «Giriamo il mondo tutto l’anno – dice il Team Manager Davide Tardozzi -, l’unica cosa a cui non rinuncio è la buona cucina: vede quante facce felici qua intorno?». Vero, così com’è vero che senza Lenovo non ci sarebbe la Ducati campione del mondo. Tanto che il matrimonio delle due aziende è stato sancito nel nome della squadra, dopo un iniziale sponsorizzazione tecnica. Ecco insomma cosa abbiamo scoperto nel nostro viaggio nel motomondiale tra pista e computer.

La moto Ducati Lenovo di Pecco Bagnaia

La Ducati di Pecco Bagnaia

Ducati Lenovo e il viaggio nella MotoGp

Prima di tutto: La MotoGP non è la Formula 1. «Se pensate che qui abbiamo la stessa tecnologia in diretta delle auto, vi dico che non è possibileracconta il direttore sportivo di Ducati Paolo Ciabatti -. Mentre corre il pilota è solo con se stesso, e quello che vede sul suo visore sono solo poche informazioni che riguardano la direzione gara. Ma siccome spesso è piegato in curva e con la testa fuori, non vede neanche quelle. Per questo rimediamo con i vecchi cartelloni. Ma pensate che quando passano davanti a quelli, vanno a oltre 300 all’ora…».

E allora, come rimediare? Con lo studio dei dati, ed ecco appunto che in questo campo è entrata Lenovo. «Per noi è stato importantissimo avere un partner così professionale – dice ancora Ciabatti -. Siamo supportati in tutto, soprattutto nel momento più importante, quando Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini tornano nei box durante le prove».

tavola rotonda Ducati Lenovo

La tavola rotonda con Massimiano Bertei e Paolo Ciabatti

La raccolta dei dati

Il ritorno ai box è infatti il momento in cui i dati sulla prestazione della moto vengono raccolti e trasferiti ai tecnici. Massimiliano Berti, Chief Technology Officer della Rossa a due ruote, spiega la magìa: «Appena la moto viene messa a riposo, dall’alto si tira un cavo che viene connesso in una porta sul lato: da lì passano le informazioni che arrivano dirette ai computer nei box e nel nostro Garage Remoto. E lì vengono elaborati in modo che si possa intervenire per la successiva uscita in pista».

In effetti nel box Ducati Lenovo non c’è solo tecnologia da MotoGp, ma anche i server che conservano tutte le informazioni e permettono a team e piloti di decidere come fare un nuovo set up o solo magari qualche modifica. Bagnaia e Bastianini sul loro cruscotto hanno dei tasti per modificare alcuni parametri gurante la gare, «e questo avviene – spiega Ciabatti – perché la moto ha 300 cavalli e alla partenza pesa 157 chili più 22 litri di benzina, con gomme nuove. A metà gara è cambiato tutto, senza poter modificare il set up sarebbe davvero molto pericoloso». A questo, dunque, serve tutto il lavoro dei tecnici Lenovo.

il Remote Garage Ducati lenovo

Gabriele conti mostra il remote garage Ducati Lenovo

Il remote garage

Come si diceva, uno dei segreti della partnership tra le due aziende è il Remote Garage, ovvero una postazione di analisi nella sede di Bologna che riceve i dati da ogni parte del mondo. Gabriele Conti, il Direttore dei Sistemi Elettronici di Ducati, racconta come le postazioni nella sede lontana dalle piste venga costantemente rifornita di informazioni da analizzare e restituire: «All’inizio avere il garage remoto è stata una necessità, visto che durante il periodo Covid non si potevano avere troppe persone in circuito. Dopo si è trasformato in un vantaggio competitivo, che ci ha permesso di fare un salto in avanti».

Nel Remote Garage vengono analizzati i dati di tutte le moto Ducati presenti in moto Gp. E dunque quelle del team ufficiale e degli altri 3 team satellite: Pramac, Gresini e VR46. «La nostra filosofia è questa – continua Conti: – la condivisione. Anche se per noi magari potrebbe in teoria diventare uno svantaggio, preferiamo lavorare insieme con le altre squadre così da avere più possibilità di migliorare». E Ciabatti conferma: «Chi lavora con noi deve firmare un accordo che consente la massima collaborazione. Non ci sono alternative».

boc Ducati Lenovo

Nei boc con Luigi Dall’Igna e Gabriele Conti

Il giro nel box Ducati Lenovo

La visita nel box Ducati Lenovo di MotoGp dopo le prove libere è stato il momento di essere a tu per tu con la moto di Bagnaia. E di capire quanto sia davvero difficile il mestiere di pilota oggi. Niente foto con la moto aperta, per ovvi motivi, ma possiamo assicurare la professionalità e l’ordine che regnano nel box duranti i lavori di smontaggio.

La passione si taglia a fette, sia nel lavoro dei tecnici, sia nelle parole di Conti e dell’ingegner Luigi Dall’Igna, il General Manager che durante le gare vedete seduto nei box a stemperare la tensione con una grattata di pizzetto. E se immaginate un colloquio asettico giusto per dovere, sappiate che avere sbagliato (motor) sport: si potrebbe andare avanti tutta la notte a chiacchierare su moto, gare, piloti. Con aneddoti compresi.

Il bello tecnologia

Il giorno il gran finale: spettacolo a bordo pista durante i primi minuti delle prove libere. Poi dentro ai box per vedere Pecco tornare dai suoi primi giri dopo l’incidente di Barcellona (quello in cui una moto gli è passata sulla gamba), zoppicando felice verso la sua sedia per avercela fatta.

Appena arriva scende il famoso cavo, i dati passano ai computer, il lavoro dei tecnici di Ducati e Lenovo comincia per preparare i giorni delle gare. Infatti il sabato Bagnaia arriverà secondo nella Sprint, ma soprattutto domenica sarà terzo, sul podio, una settimana dopo quella caduta che poteva costargli ben più della stagioni. Tutti hanno gridato al miracolo, ma noi- dopo questo viaggio nel team – sappiamo davvero cosa è successo.

 

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