Si parla molto oggi del piano del Ministro Cingolani per gestire l’allrme energia invernale. E nel piano un occhio di riguardo hanno le energie rinnovabili, con semplificazione burocratiche per l’installazione degli impianti. Argomento di cui TraMe&Tech sta trattando per quanto riguarda l’utilizzo di vetrate panoramiche. Ecco allora un’analisi sul settore di Matteo Ballarin, presidente di Europe Energy.

Ballarin europe energyEnergie rinnovabili, trend in ascesa. L’analisi di Matteo Ballarin

La crisi connessa alla questione Russia-Ucraina ha portato ad un aumento vertiginoso dei prezzi di gas ed energia elettrica, pari, oggi, a 5 volte il prezzo dello scorso anno. Una situazione che pesa sulle tasche di tutti gli italiani, comparto produttivo compreso. Rendendo necessaria una riflessione sull’esigenza di diversificare le fonti energetiche di approvvigionamento, non solo per provenienza, ma anche per tipologia.

Le fonti fossili continuano infatti a rappresentare una quota troppo alta del mix energetico nazionale (40,5% gas naturale, 32,9% petrolio). Le rinnovabili si fermano al 20,4%. Il 96% del gas naturale utilizzato nel nostro Paese viene importato; il 40% di questo arriva dalla Russia, che ci fornisce anche il 49,8% del carbone e il 17,4% del petrolio (dati 2020). Imperativo è quindi non solo variare la provenienza delle fonti fossili, cercando di non dipendere così fortemente dalla Russia. Ma anche puntare maggiormente sulle rinnovabili e sull’efficientamento energetico, riducendo gli sprechi.

Come approvigionarsi

Le fonti rinnovabili – solare, eolico, geotermico, da biomasse, idroelettrico e marino – rappresentano una fonte di approvvigionamento continua. Chi volesse utilizzare questo tipo di energia ha due strade: acquistare energia green dal proprio fornitore o produrla da sé. Per esempio con l’installazione di pannelli fotovoltaici. Una strada, quest’ultima, sempre più battuta. Secondo il Rapporto Statistico del GSE dedicato al fotovoltaico, nel 2021 sono stati installati 80.491 nuovi impianti (+44,8% rispetto al 2020). Per un totale di 1.016.000 installazioni in Italia e una produzione di poco superiore a 25 TWh. Inoltre, grazie all’integrazione con sistemi di accumulo, oggi sono stati raggiunti importanti traguardi in termini di autonomia energetica. E uso efficiente dell’energia prodotta.

A fine 2021 si contano circa 77.000 sistemi di accumulo nel nostro Paese, con un aumento di installazioni del 50% rispetto all’anno precedente. Il fotovoltaico è un’opportunità interessante non solo per l’autoconsumo, ma anche per la possibilità di vendere le eccedenze. In modo indiretto tramite convenzione con il GSE, o diretto sul mercato libero tramite Borsa Elettrica o a un grossista di propria scelta. Un settore in crescita, che attrae anche le aziende del comparto energetico, pronte a offrire servizi “chiavi in mano”. Come installazione a proprio carico, gestione dell’impianto, anche se preesistente, monitoraggio del rendimento. Nonché manutenzione, immissione in rete delle eccedenze, assolvimento delle pratiche, rendendo di fatto il fotovoltaico una realtà interessante e alla portata di molti.

L’evoluzione normativa

Sono sempre di più le realtà che si organizzano collettivamente per la creazione di un impianto fotovoltaico; pensiamo per esempio ai condomini, i cui impianti forniscono più persone. O alle “comunità energetiche”, un soggetto giuridico i cui membri sono persone fisiche, PMI, autorità locali, realtà del Terzo Settore o amministrazioni comunali. Che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di impianti per la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Con l’obiettivo di creare benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità.

L’attuale evoluzione normativa, i meccanismi di incentivazione del PNRR e la spinta culturale sui temi della sostenibilità e dell’autonomia energetica stanno contribuendo a rendere il concetto di “comunità energetica” sempre più diffuso. Si tratta di una nuova modalità di vivere il settore energetico. Che porta con sé molti vantaggi e che va sfruttata ora che è al pieno delle sue potenzialità.

Fare la differenza

Se per l’energia elettrica è “facile”, per il consumatore finale, fare una scelta ecologica, diversa è la questione relativa al gas. Pur esistendo un “biogas”, prodotto dalla fermentazione di residui organici vegetali o animali, le quantità disponibili non possano soddisfare una grande richiesta. Il gas utilizzato quindi dalla maggioranza delle persone è un combustibile fossile e, come tale, inquina. È possibile però scegliere di acquistare gas da aziende che compensano le emissioni attraverso l’acquisto e l’annullamento di certificati “carbon offset”. Cioè crediti generati da progetti di efficienza energetica.

Fare la differenza per l’ambiente oggi non solo è possibile, per la grande azienda come per il consumatore domestico, ma è auspicabile. Crisi energetica, prezzi alle stelle, ma anche il cambiamento climatico, sono “sintomi” della necessità di un cambiamento drastico. A cui ognuno di noi può contribuire con i comportamenti (in primis, evitare lo spreco energetico, ogni volta che si può, anche con piccole cose, come lo spegnimento completo degli elettrodomestici quando non in uso). Ma anche con scelte responsabili, come l’utilizzo, quanto più possibile, di risorse sostenibili.

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