Dopo mesi e mesi di litigi, trattative e denunce, Elon Musk ce l’ha fatta. L’imprenditore ha infatti comprato Twitter per la bellezza di 44 miliardi di dollari. Non che avesse molta scelta, dato che dopo essersi apparentemente tirato indietro era stato minacciato di una causa legale per il non rispetto degli accordi. Il nuovo CEO si è quindi portato a casa il social, celebrando proprio con un tweet che recita “the bird is freed“, l’uccello è libero.

Come prima azione in veste di CEO, Musk ha immediatamente licenziato quattro pezzi grossi della precedente amministrazione. Hanno infatti dovuto abbandonare la piattaforma l’ex CEO Parag Agrawal, il direttore finanziario Ned Segal, il consigliere generale Sean Edgett e la responsabile degli affari legali Vijaya Gadde, che aveva tra l’altro il compito di gestire la moderazione dei contenuti. Alcuni di questi dirigenti sarebbero stati, tra l’altro, scortati personalmente da Musk fuori dalla sede di Twitter.

L’acquisto di Twitter è un altro passo nella crociata di Elon Musk per creare una piattaforma completamente libera, priva di censure. Una delle sue proposte più controverse è stata quella di permettere il ritorno sulla piattaforma di Donald Trump, bannato per aver istigato un assalto al congresso americano (e che tra l’altro ha rifiutato l’offerta di Musk). Rivolgendosi agli inserzionisti, tuttavia, ha dichiarato che Twitter “non diventerà un inferno aperto a tutti dove si può dire qualsiasi cosa senza conseguenze.

Non è ancora chiaro come Musk trasformerà Twitter. In precedenza l’imprenditore ha affermato di voler utilizzare la piattaforma come rampa di lancio per la creazione di un’”app di tutto”. Inoltre, ha negato le voci che sostenevano che la nuova amministrazione avrebbe visto il licenziamento del 75% degli impiegati della piattaforma.

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